Artisti

Enzo Umbaca

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Enzo Umbaca

Mappa per navigatori…, 2009

È esemplare la storia della portaerei francese Clemenceau. Dopo quarant’anni di servizio, nel 1997 la Marina ne decise il disarmo. Scartata l’idea iniziale di inabissarla nel Mediterraneo, il governo francese affidò la bonifica delle 200 tonnellate di amianto presenti a una società spagnola, che a sua volta subappaltò il lavoro a un’azienda turca. Nel 2004 la Grecia rifiutò il passaggio nelle proprie acque territoriali, e la nave tornò in Francia, a Tolone. Cominciarono i lavori, questa volta con una ditta tedesca, ma la popolazione locale insorse. Il 31 dicembre 2005, con ancora metà dell’amianto addosso, la Clemenceau fu agganciata da un rimorchiatore e fece rotta verso l’India. Obiettivo Alang, nel Gujarat, un ex villaggio di pescatori specializzatosi nello smontaggio di carcasse in disarmo, per lo più a mani nude. Sull’onda di una campagna di Greenpeace, il 13 febbraio 2006 la Corte suprema indiana decise di respingere la vecchia portaerei. Dopo un inutile viaggio di 18 mila chilometri, la Clemenceau invertì la rotta e terminò la sua ultima odissea nel porto francese di Brest. Dove tuttora resta ad arrugginire, perché nessuno vuole farsi carico dei suoi veleni.

Oggi, il gioco del calcio, che sicuramente è lo sport più bello e più seguito del mondo, trascina migliaia di persone e tifosi negli stadi, muove gruppi di “ultras” durante le trasferte, mobilita un esercito di forze dell’ordine che, per garantire la sicurezza pubblica, presidiano le città e scortano i tifosi sino agli stadi.

Queste situazioni di “guerriglia” in cui vengono gettate le città rendono surreale, ma anche di particolare fascino, poter immaginare partite giocate in un altrove indefinito, lontane dal pubblico e dal clamore degli stadi.

Il campo di calcio, disegnato sulla pista di decollo della portaerei Clemenceau, si intreccia con le linee di manovra degli aerei e, cambiando e combinando geometrie e regole di gioco, ridisegna queste macchine da Guerra, simboli del sistema bellico mondiale e libera verso rotte immaginarie questi due “residui bellici”.

Questa portaerei, in cui lo sforzo e le manovre dell’equipaggio sono sostituiti dal gesto atletico degli sportivi, può così trasformarsi in una specie di tappeto volante calcistico che naviga in giro per il mondo.

Enzo Umbaca

(Caulonia, RC) Vive e lavora a Milano

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