L’artista Heba Y. Amin fonda il suo lavoro su un’ampia ricerca che guarda alla convergenza di politica, tecnologia e architettura. Le idee tecno-utopiche, come si manifestano nelle macchine caratteristiche del soft power coloniale, sono al centro del lavoro di Amin. Partendo dall’idea che il paesaggio sia un’espressione del potere politico dominante – Heba Y. Amin cerca tattiche di sovversione e altre tecniche per minare sistemi consolidati e capovolgere narrazioni storiche attraverso una pratica spaziale critica.
Amin insegna al Bard College di Berlino, è titolare di un dottorato in storia dell’arte alla Freie Universität e fellow di Field of Vision a New York. È co-fondatrice del Black Athena Collective, curatrice di arti visive per la rivista MIZNA (USA) e co-curatrice del programma di residenza biennale DEFAULT con Ramdom Association (IT).
Amin ha anche un vasto repertorio di conferenze pubbliche ed è stata artista residente al programma di residenza Künstlerhaus Bethananien a Berlino. Inoltre, Amin è anche una degli artisti dietro l’azione sovversiva dei graffiti sul set della serie televisiva “Homeland” che ha ricevuto l’attenzione dei media in tutto il mondo.
Amin vive e lavora a Berlino.

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