Artisti

Emanuele Enria

Artisti

Emanuele Enria

La Stanza

Da quando, domenica 8 marzo 2020, è iniziato il primo lockdown dovuto all’emergenza sanitaria, ho iniziato a interrogarmi sul come mantenere vigili le condizioni di creatività individuali e collettive, rimanendo a casa, come ci veniva chiesto. Così ha preso forma la Stanza, la mia Stanza. Che cos’è la Stanza? Un insieme di regole utilizzate dentro uno spazio, quello di una stanza, appunto. Sono un performer e la mia pratica quotidiana è usare il movimento come strumento di indagine. Ci deve essere una disciplina in tutto questo. La vedo come qualcosa di molto artigianale: perché è il praticare stesso, quotidianamente, che permette in qualche modo di pulire le cose: i gesti, i pensieri, lo spazio che ci sta attorno. Così ho fatto. Ogni giorno. Da solo e, anche, in connessione con altri, on line. Scambiandosi e condividendo le proprie pratiche. In questa Stanza non ero solo. Eravamo in 3: io, mia moglie Stefania, e nostra figlia Marta, di 4 anni. I loro interventi improvvisi ed estemporanei dentro la Stanza, anche solo per portare il caffè, hanno contribuito a questo percorso. I piccoli scarabocchi sul quaderno rosso da parte di Marta, così come certi suoi assalti improvvisi, ne fanno parte. Con Marta ci siamo anche inventati un piccolo eserciziario, dedicato a tutti gli adulti e bambini che si sono trovati a dover condividere così tanto tempo insieme.

Così ho trovato il nome a queste pratiche: le ho chiamate pratiche di accordatura.

Sono fatte per interrogare la nostra cosmologia interiore e proiettarla all’esterno. Uno spazio indefinito e affascinante che fa incontrare i punti, le linee, i segni, le sillabe del linguaggio con la nostra fisicità. Che, a sua volta, si lascia modellare per entrare nelle pagine del taccuino. Dal piccolo al grande e viceversa, ho iniziato a bussare alle pagine del taccuino. Mi è sembrata la metafora più naturale della creatività dentro questo periodo così complesso: il gesto che si prende cura di quel che tocca. Un esercizio individuale e collettivo per una comunità a venire.

 

Performer. Da tempo va indagando il rapporto e i processi creativi e sociali indotti dai luoghi attraverso situazioni di interazione tra corpo/i e spazio cercando di unire l’aspetto simbolico di un luogo, un’opera, un oggetto con una riflessione e una pratica dei gesti associati. Ha creato dei percorsi con relative mostre sulla visione dell’essere umano, dalla testa ai piedi. Ne è nato un lavoro sul tema dell’uso del copricapo come gesto personale e collettivo nell’ambito artistico, musicale e sociale lungo l’arco del Novecento. A cui è seguito il percorso sul camminare e la figura del flaneur con il progetto Equilibrium, insieme al Museo Ferragamo. Ha collaborato per diversi anni con il Festival des Musiques Sacrées du Monde di Fez, Marocco. Collabora con Spazi Museali, teatri e Istituzioni. Fa parte del Tavolo della Ricerca Artistica, presso la Lavanderia a Vapore di Torino.

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