Ho lavorato al taccuino per questo progetto durante un viaggio di ricerca nell’arido deserto della provincia sudafricana del Capo Settentrionale, una distesa di sabbia rosso fuoco, acacie a ombrello e un cielo blu intenso. Nell’ultimo anno non ho avuto molte occasioni per giocare con le forme visive, per cui la principale regola che mi sono imposto per il taccuino è stata quella di non prendere nulla troppo sul serio. Ogni doppia pagina è ispirata a un evento avvenuto nelle cinque settimane del mio viaggio: gli strani semi che un giorno ho trovato fuori dalla porta dopo un vento fortissimo; il test dell’HIV fatto per solidarietà con degli amici all’ospedale del posto; la visita di mia sorella Ingrid da Città del Capo per un weekend.
Vive e lavora a Città del Capo, Sud Africa
Sono un artista e un insegnante appassionato di storia e filosofia ecologica. A metà degli anni novanta mi sono ritirato dalla scena artistica per una decina d’anni per mettere su dei gruppi culturali radicali, il più famoso dei quali è quello dei Suburbanisti. Negli ultimi anni ho ripreso il lavoro artistico. Le mie nuove opere ri-immaginano i contatti storici tra africani ed europei, ripensando a questa duplice eredità dal punto di vista di chi è nato negli anni sessanta e ha vissuto in pieno gli anni dell’apartheid. Le mie opere sono state esposte in numerose occasioni, come alla Biennale di Venezia e a quella dell’Avana, e in molti spazi espositivi, tra cui il Kiasma di Helsinki, la galleria nazionale sudafricana Iziko e il Museo nazionale etnografico olandese.